La testimonianza di Vincezo Primavera da Roma

04.06.2010 14:26

Ciao Salvatore,

sono Vincenzo da Roma, ti ringrazio e ti saluto con ammirazione e simpatia. Ho letto su mia madre, sei molto gentile e mi congratulo per la tua preparazione , capacità e conoscenza. Sei molto preciso su mia madre, condivido tutto con piacere e ti ringrazio ancora. La partenza di mia madre da Candidoni con tutta la famiglia a seguito è avvenuta a Luglio del 1956 e non come hai scritto tu nel ’59 . Questo è un particolare di nessun conto; è affabile la tua testimonianza, mi sono commosso ! Mi permetto di risponderti per quanto hai dedicato a mia madre, ti allego quindi una lettera e ti saluto con la speranza di poterci incontrare presto . Saluti a tutti voi. Vincenzo.  

Qui di seguito la lettera che allega ricordano sua madre, la Sig.ra Francesca Palaia.

 Caro Salvatore,

leggo di Francesca Palaia …. , sono il figlio Vincenzo e scrivo ancora affranto e commosso per la sua scomparsa da questa terra. Mia madre vive ora accanto al Signore e in modo speciale nel mio cuore di figlio amoroso. Ho ricevuto condoglianze e racconti/ricordi da tutto il mondo. Mia madre come certamente sai, si teneva in contatto telefonico con tantissime persone, con cui condivideva non solo affetti, ma anche ricordi di gioventù in modo particolare con i candidonesi. Ogni occasione era buona per raccontare eventi suggestivi su Candidoni e sulle persone della sua generazione. Non trascurava nessuno, a ogni persona, giovane o anziana, dedicava attenzione e si prodigava ad elargire consigli e aspetti sempre positivi. Qualche volta, quando l’accompagnavo, il suo modo di fare mi appariva noioso per le persone che incontrava, sembrava togliesse del tempo prezioso a quanti erano soggetti a suoi aneddoti. Con la sua morte mi sono ravveduto, le molte testimonianze mi hanno fatto capire quanto era apprezzata e lodata da tutti. A distanza di un mese esatto dalla sua scomparsa, ancora mi commuovo e piango ogni qualvolta la sento nominare o vedo affiorare un suo ricordo. Sento la sua vicinanza in tanti momenti della giornata, devo scuotermi e impegnarmi su lavoretti manuali e quant’altro per non cadere spesso in pianto e disperazione. Capisco, accetto e ringrazio Dio per questa morte semplice, naturale e quasi indolore; mi consolo pensando all’età in cui è morta e cerco d’interpretare il mio grande dolore come segno di ringraziamento al Signore e rafforzamento di fede. Sono la Speranza e la Fede che mi sostengono e mi danno la sicurezza di raggiungere presto la serenità e la pace di cui sento al momento la lontananza. Io non riesco ad evocare la vita di mia madre, ma ringrazio di cuore quanti mi parlano di lei. Chi ha conosciuto mia madre, ora esalta la sua vita esemplare, vita degna di ammirazione, esaltazione ed imitazione. Mi sento figlio privilegiato e conto nelle mie capacità mentali per fare tesoro dei suoi insegnamenti. Mi vengono ora in mente alcune parole di Gesù, che faccio mie per sempre nel ricordo perenne di mia madre :

Giovanni 14,6. Gesù gli disse:<< Io sono la via: io sono la verità e la vita. Solo per mezzo di me si va al Padre.

Giovanni 14,27. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. La pace che io vi do, non è come quella del mondo: non vi preoccupate, non abbiate paura.

Giovanni 15,4. Rimanete uniti a me, e io rimarrò unito a voi. Come il tralcio non può dar frutto da solo, se non rimane unito alla vite, neppure voi potete dar frutto, se non rimanete uniti a me.

-         Faccio di mia madre una cosa sola con Gesù: mia madre è verità e vita. Per mezzo di lei mi avvicinerò sempre di più al Padre.

-         Mia madre mi invita alla pace, a una pace vera: mi esorta a non preoccuparmi, a non aver paura.

-         Rimarrò unito a mia madre, e lei dall’alto rimarrà con me. Senza di lei non potrò dar niente, con lei nel mio cuore effonderò serenità ai miei cari.

 Auguro tanta pace e serenità a quanti mi conoscono e a tutti coloro che in qualche modo forse mi leggeranno.                        

 Vincenzo Primavera .                        Roma, 04 - 06 – 2010