La crisi economica che attanaglia l’Italia ha determinato, tra i comuni, un rincorrersi di “buone azioni” che cercano di alleggerire, o almeno rendere un po’ più sopportabile l’odiosa IMU che reinserisce la tassazione sulla prima casa e rende insostenibile gli oneri per gli altri immobili, compresi i beni agricoli che, per chi non si trova nelle condizioni d’imprenditorialità agricola a titolo principale, diventa davvero critico far fronte alle rendite spropositate e surdimensionate per un’agricoltura inesistente ed in ginocchio. La maggior parte dei comuni, alcuni con dando fiato alle trombe di giubilo, si sono limitati ad intervenire sulle aliquote della prima casa che, però, per la maggior parte, non soggette a tassazione, essendo assorbita dalle detrazioni. Comunque, facendo uno sforzo, abbattono dello 0,2 l’imposta. Il guaio è che lasciano inalterate le aliquote statali del 7,60 sugli altri immobili. L'intera nostra zona, con Laureana di Borrello, Serrata, San Pietro di Caridà, si trova classificata svantaggiata, come Serrata, Laureana di Borrello parzialmente montana e San Pietro di Caridà completamente montana per cui l’intero territorio agricolo di queste zone non è soggetto a tassazione, tranne Laureana per la parte a valle. Da noi con una brillante operazione politico/amministrativo si resta in “sintonia” con le aliquote nazionali, e con una meraviglia del copia incolla, viene fuori un regolamento standard, per l’applicazione dell’imposta, pur in previsione di bilancio attivo, fiore all'occhiello di tanti. Nessuna riduzione, quindi. La prima cosa che la gente chiede, naturalmente, è se i terreni agricoli pagano l'IMU, paragonando i territori limitrofi, molti dei quali classificati in condizioni di svantaggio per cui sono esentati dal pagamento. Certamente si sarebbe potuto fare poco, ma non si è fatto nemmeno quello. Speriamo, almeno, che non venga invocato l'antico principio latino. Candidoni vanta un territorio di 2666 ettari, che si inserisce tra i comuni di Laureana e Serrata nei pressi del centro urbano, per poi svilupparsi lungo la valle del Mesima, andando a lambire Rosarno, San Ferdinando, Nicotera, Mileto e San Calogero i quali, questi ultimi, pertamente agricoli, ma montani, risultano esenti. Quantomeno curiosa, per non dire paradossale, l’ampia zona di Barbasano e zona limitrofa dove delle stesse persone si trovano esosi conteggi per una parte dei propri terreni e completamenti esenti per un’altra parte pur se in continuità, ma in comuni diversi. Assolutamente insostenibile la zona a ridosso di Rosarno dove la classificazione agricola è altissima, ma il frutto resta sulle piante.