Nascita dei Comuni   

 contributo dil Ferdinando Mamone - Storico -

Il Governo francese che si sostituì a quello Borbone, profuse molta attenzione alla Calabria che per circa un millennio era stata soggiogata dal feudalesimo, con il dominio da parte di nobili, quasi sempre solo di nome, di interi territori con le relative popolazioni.

La rivoluzione francese che portò un radicale cambiamento nei quadri governativi del Regno di Napoli, interessò di conseguenza anche queste nostre contrade.

Il generale J-E Campionnet (1762-1800), a coronamento di una campagna militare nel sud della penisola italiana, il 22 gennaio 1799 proclamò la Repubblica partenopea. Fabrizio Ruffo (1744-1827), Cardinale e astuto diplomatico, per incarico del Re di Napoli, esiliato a Palermo, con una armata di contadini e galeotti appositamente scarcerati, riconquistò in Regno napoletano. All’Armata sanfedista, parteciparono anche contadini di questo circondario, mentre il giurista Domenico Lacquaniti di Lureana, fece da Segretario-contabile al Cardinale condottiero. Questa sua disponibilità gli evitò la confisca dei beni, così come era avvenuto per i Pignatelli di Monteleone con il contado di Borrello e relativi casali. Ugualmente si era prodigato Domenico Gallucci Protopapa, nobile e ricco proprietario, che sostenuto dai monaci Osservanti di Caridà aveva armato una folta squadra di contadini e inviati a dare man forte all’armata del Cardinale. Anche il Gallucci fu beneficato dal Cardinale Ruffo, nominandolo amministratore dei beni confiscati nel tenimento di Monteleone.

Napoleone Bonaparte, imperatore dei francesi, dopo la terza guerra di coalizione, spodestò Ferdinando IV e pose sul trono di Napoli il proprio fratello Giuseppe (1806-1808). Il Bonaparte abolì i diritti feudali, introdusse il codice francese ed apportò molte riforme. Quando nel 1808 re Giuseppe passò alla corona di Spagna, fu incoronato re di Napoli Gioacchino Murat, cognato dei Bonaparte, per aver sposato nel 1800 la sorella Carolina.

Per uniformare le norme amministrative dell’Italia meridionale alle leggi francesi, in data 8 agosto 1808 fu emesso un apposito decreto che ripartiva la Calabria in province, distretti e governi. Laureana e gli antichi casali di Borrello del circondario omonimo, furono compresi nel Distretto di Monteleone (od. Vibo Valentia).

E’ utile ricordare che quando Borrello, anche a motivo del terremoto devastatore del 5 febbraio 1783 non fu più riedificato, gli uffici amministrativi, giudiziari e finanziari furono trasferiti a Laureana. A questo centro urbano, assurto a capoluogo del nascente circondario, furono sottoposti i casali di Bellantone, Stelletanone, Candidoni e Serrata.

Il territorio aveva un’estensione di Kmq 83,78 e corrispondeva alla contea di antica memoria, di cui era stato titolare il Duca Pignatelli che lo assegnava al primo figlio maschio del suo casato. Il feudo gli era stato concesso da Carlo V con privilegio del 30 agosto 1520.

Nel decennio francese, molti casali si affrancarono dai centri egemoni, dai quali subivano un insopportabile dispotismo, a volte più detestabile di quello esercitato dal feudatario.

Serrata e Candidoni che aspiravano ad una propria autonomia da Laureana, di cui mal sopportavano l’autorità e l’imposizione di balzelli e tasse, senza però ricevere alcun servizio sociale, trovarono nel Generale ed Intendente, Commissario del Re, Pietro Colletta (1775-1831), il loro massimo protettore.

Con valide argomentazioni sostenute presso il rappresentante governativo, i supplicanti cittadini ottennero l’autonomia desiderata con decorrenza, 1 gennaio 1809 in virtù della legge del 20 maggio 1808.

Va detto che la richiesta fu promossa da tanti notabili cittadini dei due casali, ma in particolare dal proprietario terriero e grande elettore provinciale Luigi Lamberti di Candidoni, Capitano del corpo della Guardia Civica di Serrata e Candidoni, di fede filo-francese per cui godeva largo credito presso l’Intendente di Calabria, Generale Pietro Colletta.

Uno dei motivi a favore dell’autonomia comunale, era la lotta al banditismo, che incombeva sul Decurionato (Consiglio Comunale), ma in modo particolare sul Sindaco pro-tempore. (Argomento che tratteremo successivamente).

Ad eleggere gli amministratori locali, tuttavia, erano inizialmente i proprietari dei terreni che contribuivano con l’imposta fondiaria al mantenimento dell’Ente. Solo dopo decenni, alle elezioni furono coinvolti tutti i cittadini.

Gli elementi principali di un Comune sono il territorio e la popolazione residente nella giurisdizione locale.

Il governo francese usò la mano pesante con la chiesa abolendo numerosi conventi in tutto il Regno. Furono soppressi i conventi dei Cappuccini di Galatro (30.11.1808), nonché i Conventuali, i Paolotti e i Domenicani di Laureana (7.8.1809).

La promiscuità territoriale dell’antico contado di Borrello, fu sciolta in data 8 ottobre 1815, con verbale del commissario controllore Michele Crimi. Parteciparono alla delimitazione perimetrale e ricognizione dello stato dei luoghi, i sindaci: sig. Francesco Antonio Montalto di Laureana, sig. Arcangelo Laccisano di Candidoni e sig. Paolino D’Agostino di Serrata. Il verbale, inoltre, fu firmato da tutti i decurioni dei tre Comuni predetti.

I Comuni ricadenti nel Regno di Napoli, con decorrenza 1 gennaio 1809, furono obbligati a garantire due nuovi fondamentali servizi pubblici di grande rilevanza sociale: l’Anagrafe e lo Stato Civile. Questi servizi in precedenza venivano assicurati, a partire dal Concilio di Trento (1545-1563), che li aveva ideati, dagli uffici parrocchiali.

Gli atti dello Stato Civile andavano scritti in duplice originali nei singoli registri, a norma delle disposizioni contenute nel libro I. tit. 2. del Codice Napoleone, e del prescritto nel Real Decreto de’ 29. Ottobre 1808.

Stante la delicatezza del servizio, i registri in parola, erano e lo sono tuttora, sottoposti al controllo del Tribunale competente per territorio.

Gli atti venivano scritti dal Cancelliere-Segretario, alla presenza dell’Ufficiale dello Stato Civile che era il Sindaco, il quale se impedito, delegava un decurione-consigliere.

Per gli anni 1809 e 1810 le spese per il funzionamento di detti uffici, da versarsi all’Intendenza di Calabria Ultra Prima con sede a Monteleone (od. Vibo Valentia), furono così ripartiti:

Laureana: Ducati 3.66.8 + 3; Candidoni: D. 3 + 3; Serrata: D. 3.; e ancora Candidoni: per tre duplicati per gli atti dello Stato Civile D. 2.20; Laureana: Per 6 registri e formule per gli atti dello Stato Civile a saldo D. 5.40; Serrata: Per sei registri per gli atti dello Stato civile e formule a saldo D. 4.60.

Erano i primi segni di uno Stato moderno, evoluto e decentrato, rappresentato in loco dal Sindaco, su cui gravava il peso della sicurezza pubblica e di ogni singolo cittadino.

L’ambita carica di primo cittadino dava sicuramente prestigio a chi la deteneva, ma tale funzione però, implicava dedizione totale al servizio dei cittadini e al bene sociale.